Le malattie reumatiche e osteo-articolari rappresentano la patologia cronica più diffusa nella popolazione italiana. Per contrastare la diffusione di queste patologie è necessario implementare opportune strategie di prevenzione e cura sia per quelle degenerative, sia per quelle autoimmuni.
E’ di assoluta importanza pervenire ad una diagnosi precoce delle malattie reumatiche infiammatorie artritiche e delle connettiviti e alla identificazione e al contrasto dei fattori di rischio per prognosi severa. Infatti il dolore osseo, articolare e muscolare insieme alla rigidità sono i sintomi che caratterizzano le malattie reumatiche, sia infiammatorie (artriti) che degenerative (artrosi). Sono proprio queste somiglianze a generare talvolta la confusione tra artrosi e artrite, a volte scambiate l’una per l’altra. Eppure sono due malattie ben distinte che si differenziano in diversi punti. Primi tra tutti, la natura della patologia e l’età dei soggetti colpiti: l’artrite è una patologia infiammatoria cronica di origine autoimmune che può svilupparsi in soggetti di ogni età, anche nei bambini, mentre l’artrosi è una malattia degenerativa che insorge soprattutto dopo i 50 anni. L’artrosi è la malattia reumatica più comune nei paesi occidentali.La genesi dell’artrosi è multifattoriale, avendo un carattere progressivo può portare ad una severa compromissione delle funzionalità articolari. Riconosce diverse cause e presenta un’insorgenza insidiosa. Fattori metabolici, biomeccanici, endocrini, infiammatori che possono essere modulati dall’età, dal sesso e dalle caratteristiche genetiche del soggetto.Pertanto l’artrosi comprende un gruppo di affezioni sovrapponibili, con differenti eziologici, che conducono a conseguenze biologiche e cliniche. E’ caratterizzata dall’alterazione fino alla distruzione della cartilagine articolare. Il sintomo principale è il dolore che si accentua con il movimento e si attenua con il riposo. Se concomita un processo infiammatorio, il dolore può essere presente anche nelle ore notturne. La rigidità al mattino è di solito di breve durata. Le sedi articolari interessate determinano quadri sintomatologia diversi. Le articolazioni più colpite, altre alla colonna vertebrale, sono le anche, le ginocchia e le mani. Una variante temibile che può colpire le donne in epoca pre-menopausale è l’artrosi erosiva delle mani, che, per la severità del danno articolare che può causare, viene paragonata all’artrite reumatoide o psoriasica. La diagnosi si avvale della visita specialistica , della valutazione delle analisi cliniche, che peraltro solitamente non presentano particolari alterazione-tranne per la forma erosiva, do ve si puo determinare un aumento modesto della VES, e dell’indagini radiologiche.Esistono poi artrosi da cause sconosciute, ma il risultato è sempre lo stesso: la cartilagine pian piano si deteriora e purtroppo non è in grado di ripararsi da sola. Nella valutazione delle patologia articolare delle mani è importante osservare le articolazioni colpite: l’artrosi interessa prevalentemente le articolazioni interfalagee e non le metacarpofalangee che sono invece sede di sinoviti nell’artrite, come pure un’altro indizio di quest’ultima e la prolungata rigidità sia mattutina, sia dopo un lungo periodo d’ inattività.
La cura dell’Artrosi
La terapia dell’artrosi, non chirurgica, si basa su antidolorifici, antinfiammatori, ozonoterapia, fisioterapia ed infiltrazioni articolari preferibilmente di acido ialuronico. Le infiltrazioni intra-articolari con l’acido ialuronico trovano come principale indicazione il trattamento di tutti quei pazienti affetti da artosi lieve-moderata in cui il trattamento conservativo (farmaci anti-infiammatori, terapie fisiche, ecc) non ha portato a risultati ottimali.Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utilizzate nel trattamento conservativo dell’artrosi per migliorare il quadro sintomatologico e contrastare i processi degenerarivi articolari. La terapia intra-articolare con acido ialuronico è giudicata positivamente da un gran numero di autori e questo tipo di trattamento è stato inserito nelle linee guida di ACR (American College of Rheumatology) e EULAR (European League Against Rheumatism) relativamente al trattamento dell’artrosi dell’anca e delle ginocchia. Questa tecnica consiste nell’iniettare nel’articolazione una sostanza già normarmente presente nel liquido sinoviale, ma nell’artrosi carente. Infatti in particolari condizioni patologiche, la produzione di acido ialuronico tende a diminuire, favorendo così la comparsa del processo osteoartrosico. In funzione della gravità del processo degenerativo si possono iniettare preparati con caratteristiche diverse. L’acido ialuronico è un polimero naturale appartenente alla classe deiglicosaminoglicani (mucopolisaccaridi acidi). E’ un importante componente di tutte le matrici extracellulari ed è presente in concentrazioni elevate nella cartilagine e nel liquido sinoviale.
Studi internazionali e ampie casistiche hanno confermato l’efficacia delle infiltrazioni di acido ialuronico, soprattutto nel trattamento della artrosi del ginocchio, dell’anca e della spalla.
Tale procedura terapeutica determina una viscosupplementazione, cioè crea un cuscinetto tra i capi articolari, li “lubrifica”, ha un’azione ammortizzante sugli stress meccanici a cui le articolazioni sono quotidianamente sottoposte, protegge la cartilagine dagli effetti infiammatori e dagli enzimi che la degradano, stimola i processi riparativi locali. Quantità e frequenza dei trattamenti vanno valutati caso per caso, ma in linea generale negli anziani si operano tre infiltrazioni a distanza di una settimana una dall’altra, da ripetere ogni 3-6 mesi in base alla sintomatologia. In caso di patologia di grado lieve o moderato, si sceglierà un acido ialuronico di peso molecolare ottimale (peso molecolare 500-730 KDa) per svolgere i suoi effetti biologici sulla cartilagine; nei casi di grado severo, dove la cartilagine è irrimediabilmente compromessa e quindi l’effetto biologico risulta meno importante, si utilizzerà un acido ialuronico di peso molecolare maggiore, con più adeguate caratteristiche visco-elastiche. L’efficacia clinica si mantiene per almeno 6 mesi – 1 anno dopo il ciclo di infiltrazioni.
Certo da sola la terapia infiltrativa non è sufficiente : va associata ad un adeguato programma di esercizio fisico e rinforzo muscolare insieme all’adozione uno di stile di vita sano che possa favorire la forma fisica generale.
- L’artrosi del ginocchio è una delle patologie più diffuse ed invalidanti e consiste in una degenerazione delle cartilagini che ricoprono i capi articolari di questa articolazione.Così, man mano che l’artrosi progredisce, il ginocchio diventa sempre meno mobile e più dolorante. il ginocchio valgo o varo può essere una condizione predisponente, non consentendo la distribuzione uniforme del carico sull’articolazione.Per la diagnosi è d’aiuto la radiografia, che individua l’usura delle cartilagini, e naturalmente l’esame clinico.L’artrosi è un problema comunissimo: stando alle stime in Italia riguarda circa il 16 per cento della popolazione generale, con picchi che sfiorano il 70 per cento nelle donne con più di 70 anni. In poco meno di un caso su tre l’articolazione che ne fa le spese è il ginocchio.Oggi si opera.no pure pazienti giovani e in Italia vengono inserite circa 100 mila protesi di ginocchio l’anno.
La rivista Seminars in Arthritis and Rheumatism ha recentemente pubblicato le linee guida in tre step per il trattamento dell’artrosi:
- Step 1
Nel corso del primo step si raccomanda un trattamento con farmaci sintomatici ad azione lenta per l’osteoartrosi (OA), utilizzando solo formulazioni a base di glucosamina solfato e condroitin solfato. Il ricorso al paracetamolo è raccomandato come trattamento analgesico di soccorso aggiuntivo per un trattamento a breve termine.
E’ possibile includere a locali (creme,cerotti) per ottenere un’azione analgesica aggiuntiva.
- Step 2
Gli antinfiammatori orali mantengono in ruolo centrale nella gestione farmacologica avanzata dei pazienti persistentemente sintomatici.
Se ancora sintomatici nonostante le opzioni di trattamento sopra citate, la terapia infiltrativa rappresenta un’opzione alternativa da perseguire. Le infiltrazioni a base di acido ialuronico (HA) possono essere chiaramente differenziate dal trattamento intra-articolare con corticosteroidi in base alla durata del beneficio indotto, superiore a 6 mesi dopo un breve ciclo settimanale di iniezioni.
- Step 3
Questo step comprende le ultime opzioni farmacologiche da intraprendere prima di ricorrere alla chirurgia, si raccomanda l’impiego di oppioidi deboli a breve durata d’azione, come tramadolo.
Di recente sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta in Italia che ha messo a confronto i risultati clinici (valutati in termini di miglioramento del dolore e dell’attività fisica) di confronto tra le infiltrazioni con acido ialuronico e le infiltrazioni con PRP (Platelet- Rich Plasma) v Kon E, et al. Platelet-rich plasma: intra-articular knee injections produced favorable results on degenerative cartilage lesions. Knee Surge Sports Traumatol Arthrosc. 2010; 18: 472-479.
ll Plasma Arricchito di Piastrine è la parte liquida del sangue che si chiama plasma contenente un numero molto elevato di paistrine. Le piastrine sono cellule del sangue che contengono svariati fattori di crescita responsabili e capaci di promuovere e velocizzare la guarigione dei tessuti danneggiati da qualsiasi tipo di patologia.
Il processo di produzione del PRP consente di aumentare la concentrazione di piastrine nel plasma preparato. In tal modo con la sua iniezione in sede di malattia si ottengono indubbi benefici intesi come possibilità e rapidità di guarigione.
- La spalla dolorosa è una sindrome clinica che si manifesta principalmente con dolore, localizzato in genere in sede anteriore della spalla, a riposo e/o ai movimenti qualche volta irradiato al braccio e che comporta in genere limitazioni funzionali dell’arto superiore in particolare per i movimenti effettuati con l’arto superiore al di sopra della spalla
Le ultime acquisizioni scientifiche evidenziano l’efficacia del trattamento infiltrati combinato ossigeno ozonoterapia + acido ialuronico. A livello intra-articolare l’ozono sembra indurre la rapida scomparsa del dolore articolare e dell’edema insieme normalizzazione della temperatura locale, della mobilità e funzionalità articolare, tale risultato sarebbe consolidato nel tempo dalla simultanea infiltrazione con acido ialuronico.